di Luca Baroncini (pubblicato in data )
di Saverio Costanzo con Lily James, Rebecca Antonaci, Joe Keery, Rachel Sennott, Alba Rohrwacher, Willem Dafoe
Il film di Saverio Costanzo ha problemi di ritmo e di pretenziosità. Peccato perché il soggetto era molto intrigante e il cliché del “tutto in una notte”, con la persona comune che si trova catapultata nella situazione eccezionale, aveva già di suo elementi in grado di portare avanti un solido racconto. Sullo sfondo dell’omicidio di Wilma Montesi, che nel 1953 infiammò la cronaca nera italiana, si racconta la presa di coscienza di una giovane ragazza di umili origini, affamata di vita, che si ritrova a vivere ventiquattro ore straordinarie che cambieranno, forse per sempre, le sue consapevolezze. Tutto accade quando accompagna la sorella al casting come comparsa per un faraonico peplum di produzione americana. Un po’ come in “Fuori orario” di Martin Scorsese una concatenazione di eventi inaspettati la porteranno dove non si sarebbe mai aspettata: sul set del film prima e in giro per la notte romana, nelle grazie della capricciosa diva americana protagonista del film, poi. Ma l’opera non sviluppa appieno l’alto potenziale delle premesse impelagandosi in un rincorrersi dei personaggi che finisce per girare un po’ a vuoto. Saverio Costanzo sembra inseguire “La dolce vita” nel fare vagare i suoi protagonisti nella notte romana, tra ristoranti e ville popolate da sinistri figuri, ma i rapporti che si instaurano tra loro esauriscono quasi subito ogni verve e, soprattutto, la visionarietà inseguita non trova un approdo potente. Il simbolismo finale, fin troppo urlato, cade infatti nella didascalia. Peccato, perché lo sforzo produttivo avrebbe richiesto un maggiore equilibrio tra autorialità con intrattenimento. Una sfrondata gli gioverebbe perché non sempre i tempi morti, che sono tanti, si ammantano di intensità.