di Luca Baroncini (pubblicato in data )
Compie 54 anni MATTHEW MCCONAUGHEY.
Bello come il sole, deve all’aspetto fisico e a un innegabile carisma la sua progressiva affermazione nello star system.
Debutta con Richard Linklater in La vita è un sogno (1993) e nella seconda metà degli anni ’90 gira un film dopo l’altro (lo scult Non aprite quella porta IV insieme a Renée Zellweger, A proposito di donne, Stella solitaria), ma è con la tripletta Il momento di uccidere, Contact e Amistad, usciti a poca distanza l’uno dall’altro tra il 1996 e il 1997, che diventa un volto riconoscibile.
È poi protagonista assoluto di EdTV (1999) di Ron Howard, fuori concorso al Festival di Cannes, uno dei primi film sulla piega (o piaga?) “reality” che avrebbe da lì a poco preso il mondo, ed è nel corale U-571 (2000) di Jonathan Mostow, presentato al Festival di Venezia.
Nella prima decade del nuovo millennio si dedica prevalentemente alle commedie romantiche sovrapponibili (Prima o poi mi sposo, Come farsi lasciare in 10 giorni, La rivolta delle ex) e al cinema di puro intrattenimento (gli inguardabili Sahara e Tutti pazzi per l’oro), ma già si insinua la curiosità verso approdi meno rassicuranti (Frailty e Tredici variazioni sul tema).
Con la seconda decade la curiosità evolve in un nuovo percorso che culmina con Dallas Buyers Club, di Jean-Marc Vallée, dove interpreta il rozzo e omofobo cowboy malato di AIDS Ron Woodroof, per cui viene premiato con l’Oscar. Sono di quel periodo film come Bernie, lo straordinario Killer Joe, Mud, The Paperboy e la popolarità si consolida attraverso i grandi successi di Magic Mike, Interstellar e il cameo in The Wolf of Wall Street.
Nel momento in cui le serie tv diventano pane quotidiano, buca lo schermo insieme a Woody Harrelson (che potrebbe essere il suo fratellastro, stando a un recente tormentone che gira in rete e che l’attore non ha smentito) nella prima stagione di True Detective (2014).
Innumerevoli i flirt e le relazioni che gli sono stati attribuiti. Tra i tanti legami, i più fotogenici a livello mediatico sono stati quelli con Sandra Bullock, Ashley Judd, Salli Richardson, Penélope Cruz, e Janet Jackson. Ha infine capitolato con la modella brasiliana Camila Alves con cui ha avuto tre figli.
È anche produttore, testimonial di marchi celeberrimi, doppiatore, regista (di due corti), direttore creativo di “Wild Turkey”, bourbon di proprietà del gruppo Campari, docente universitario e socio fondatore dell’Austin FC.
Sarà probabilmente per questo surplus di attività, oppure per godersi con più calma la vita, che manca dagli schermi dal 2019, anno in cui, a parte il divertente The Gentlemen di Guy Ritchie, ha girato tre film già del tutto dimenticati (Serenity – L’isola dell’inganno, Beach Bum – Una vita in fumo e Between Two Ferns – Il film).
Lo attendiamo al varco con un nuovo successo.
Ah, la pronuncia corretta del cognome è «Mecconahei».








