di Luca Baroncini (pubblicato in data )
Il BFI London Film Festival (dove BFI sta per British Film Institute) è il più importante festival cinematografico britannico e offre quanto di meglio il cinema mondiale propone. È un appuntamento fisso del mese di ottobre, ha un concorso ufficiale, non ha l’assillo delle prime mondiali (alcuni film in concorso sono già passati in altri festival) e quest’anno ha consentito di vedere più di 200 film provenienti da 60 paesi diversi. Ho avuto l’opportunità di andarci una volta ed è stata un’esperienza caotica, come tutte le prime volte, ma divertente e curiosa (il clou fu quando sbagliai albergo per la conferenza stampa di Fury con Brad Pitt e arrivai in quello giusto che era appena terminata). Si è appena conclusa la 67esima edizione, la prima diretta dalla regista Kirsty Matheson, e i film premiati sono stati:
- Miglior film: Evil Does Not Exist, di Ryûsuke Hamaguchi, il dramma ambientalista su una piccola comunità boschiva che resiste a un nuovo sviluppo “glamping”, già vincitore del Leone d’argento – Gran premio della giuria a Venezia 2023 dove era in concorso
- Migliore opera prima: Paradise Is Burning, di Mika Gustafson, che segue tre giovani sorelle abbandonate a se stesse e che al Festival di Venezia 2023 era nella sezione Orizzonti, dove ha vinto il premio per la migliore regia
- Miglior documentario: Bye Bye Tiberias, di Lina Soualem, in cui la regista esplora il rapporto con sua madre, l’attrice palestinese Hiam Abbass, mentre torna nel suo villaggio natale nel nord di Israele, presentato come evento speciale a Venezia 2023 nella sezione “Giornate degli autori”
- Migliore cortometraggio: The Archive: Queer Nigerians, di Simisolaoluwa Akande che fotografa il mondo queer nigeriano
